Ognuno di noi conosce Alpinestars, l’azienda di Asolo è un’icona del motorsport e della protezione per i piloti sia a due che quattro ruote e da anni protegge i protagonisti del motomondiale secondo i più elevati standard. L’airbag per le moto, così come lo conosciamo noi, ha compiuto 12 anni. Molto è cambiato rispetto alle prime versioni, con miglioramenti e progressi che da quest’anno lo hanno portato ad essere obbligatorio per tutti i piloti nelle varie classi del mondiale velocità (sempre i pionieri e attenti in materia di sicurezza).
Questo la dice lunga sull’importanza di questa protezione, che permette ai piloti di rialzarsi e correre l’indomani dopo cadute che fino a dieci anni fa avrebbero causato nel migliore dei casi una clavicola rotta e due settimane di stop, come ricorda sempre chi nel motomondiale ha corso ma che oggi ha i capelli bianchi.
Dal 2014 Alpinestars ha esteso gli standard della MotoGP anche all’utente comune lanciando sul mercato il Tech-Air®: l’airbag secondo Alpinestars. (In realtà già nel 2012 era stata presentata la tuta GP Tech-Air® Airbag System che aveva un sistema integrato e caratterizzato da due sacche che proteggevano però solo le spalle).
Il Tech-Air® viene prodotto in due versioni, il Race e lo Street sviluppati rispettivamente per l’uso in pista e l’uso più turistico. In entrambi i casi si tratta di due gilet contenenti la sacca per l’aria, la centralina, le cariche esplosive, i sensori e un paraschiena di livello 2.
Ciò che differenzia i due è soprattutto l’algoritmo che individua la caduta determinando l’innesco della carica. Come dicono i nomi, il Race è ottimizzato per l’uso in pista mentre lo Street è sviluppato per il turismo e l’uso su strada e fuoristrada leggero; il Race tuttavia può funzionare anche come Street connettendolo al pc e cambiando le impostazioni; sarà dunque possibile utilizzarlo sia su pista che su strada come abbiamo fatto noi! In modalità Race il sistema offre due attivazioni, in modalità Street solo una, perché utilizza entrambe le cariche per poter gonfiare la sacca in 25ms invece dei 45ms in configurazione Race dove ne serve solo una. Di fatto è un “semplice” gilet che attraverso inserti di velcro e zip viene collegato alla tuta e attivato con la chiusura della stessa. Nessun elemento esterno, nessun cavo, nessun componente sulla moto.
E allora come fa ad attivarsi? A scegliere il momento in cui gonfiarsi? Non è magia, è il frutto del lavoro fatto dai tecnici in MotoGP, su strada e in fuoristrada, il risultato di una campagna di raccolta dati mostruosa e decennale. Come sempre le competizioni dettano il passo: Alpinestars per un decennio ha raccolto i dati delle singole cadute dei suoi piloti categorizzandole e individuando i movimenti del pilota comuni e precedenti a ogni tipologia di caduta. Il Tech-Air®, facilmente acquistabile in negozio, sfrutta questa raccolta dati, effettuata anche nell’uso quotidiano della moto. Il gilet è dotato di tre accelerometri (due sulle spalle e uno sulla schiena) e di un giroscopio posto nel paraschiena, i quattro sensori monitorano costantemente la posizione e leggono i movimenti del pilota, nel caso in cui la centralina individui movimenti che preannunciano una caduta fa partire il consenso all’esplosione di microcariche posizionate sulle cartucce che contengono e rilasciano un mix di gas argon ed elio. Per proteggere dai soventi impatti contro ostacoli, in versione Streetl’utilizzo di entrambe le cariche permette il gonfiaggio della sacca in 25ms, mentre in versione Race è necessaria solo una carica per un gonfiaggio in 45ms. Questo permette al motociclista di avere a disposizione una seconda attivazione. La sacca si sgonfia in circa un minuto, la centralina effettua un reset e il sistema è pronto per una seconda attivazione. La protezione offerta copre petto, spalle, fianchi e schiena, con la sacca gonfiata alla massima pressione per un tempo di 5 secondi.
Il Tech-Air®, dunque, non si preoccupa della posizione della moto e della sua velocità, si interessa solo alla biomeccanica e ai movimenti del corpo di chi lo indossa. Questa è la ragione per cui nell’utilizzo su strada e in off-road va caricata un’altra mappatura rispetto alla pista, perché i movimenti e gli angoli di piega sono differenti; il pericolo ha altri sintomi rispetto alla pista in cui i piloti strusciano i gomiti al cordolo ma hanno un asfalto levigato e pressoché senza sobbalzi,condizioni assolutamente diverse dall’uso off road.
Oltre alla sicurezza che regala a chi lo indossa, il principale aspetto del Tech-Air® è l’elasticità di uso.
Il Tech-Air® infatti protegge la persona che lo indossa a prescindere dalla moto guidata o dal fatto che sia pilota o passeggero. Può essere inserito su diverse giacche (purché predisposte per l’alloggiamento) senza problemi, si può avere un solo airbag e usarlo con la tuta integrale da pista, con la giacca di tessuto, con una giacca in pelle da città o con una in cordura senza alcun problema. Queste possibilità lo rendono un prodotto molto interessante per chi ha più moto, o più giacche.
La nostra prova ha voluto portare all’estremo questa elasticità, abbiamo voluto saggiarne la polivalenza con un long test di 1700 km complessivi unendo una prova stradalissima a bordo di una naked a una con molto fuoristrada a bordo di una dual sport monocilindrica per capire che le protezioni rigide appartengono al passato, i tempi sono maturi per questa svolta!
TEST STRADALE “Mille curve”
La sera prima della prova mettiamo in carica il Tech-Air®, siamo curiosi, ci sentiamo parte di una svolta, di un prima e un dopo… sembra assurdo ma è così! Abbiamo passato alcune sere a leggere il manuale per capire con curiosità questo mondo, non è una protezione normale, di quelle che butti nell’armadio e usi inconsapevolmente. Il Tech-Air® va acceso, attivato e attraverso i led posti sull’avambraccio sinistro della tuta ci passa costantemente informazioni sul suo stato e sulla sua funzionalità, negli anni va manutenuto portandolo a un concessionario per il check del sistema(ogni 2 anni e tale intervento rinnova ogni volta la garanzia fino ad un totale di 10 anni), insomma dobbiamo tenere a mente che abbiamo tra le mani un dispositivo non un oggetto.
Nulla di complicato per carità, tant’è che la mattina della prova è bastato un attimo: ci infiliamo nella Missile (una delle tute in pelle compatibili con il Tech-Air®), chiudiamo la fascia che sta sul petto e serve per dare l’ultimo consenso all’attivazione, il led verde sull’avambraccio si accende, è tutto ok…
Si parte, direzione Campo Imperatore.
Passiamo per Terni, Piediluco e Rieti lungo una strada divertente con un discreto asfalto, la tuta,nuova, inizia a prendere la nostra forma e quando siamo ad Antrodoco ci sentiamo già a nostro agio. L’asfalto via via è sempre migliore, il disegno della strada sempre più gustoso, saliamo al passo delle Capannelle e ci dirigiamo per la strada che da Assergi sale a Campo Imperatore, il piccolo Tibet d’Italia.
Siamo in montagna sul filo dei 2000 metri, finalmente un po’ di refrigerio dalla calura estiva, ci fermiamo al Ristoro Mucciante, per gustarci una buona dose di formaggi e arrosticini.
Il Ristoro Mucciante è il classico punto di ritrovo di molti motocilisti che si vengono a godere le curve d’Abruzzo. Qui il Tech-Air® desta curiosità, mi fanno domande cui rispondo volentieri, qualcuno storce il naso, la gran parte si appassiona, ripartiamo con la pancia piena alla volta della SS 80 che ci farà digerire qualunque cosa. Segnatevi questo strada se vi piacciono le curve e avete un paio di pneumatici nuovi da provare: asfalto perfetto e curve da pelo, se invece volete godervi il paesaggio, rallentate siete in un canyon bellissimo… libidine pura.
Il Tech-Air® una volta in moto non si sente, non impedisce alcun movimento, forse si ha solo la sensazione di sentire la tuta leggermente “imbottita”. Proseguiamo per Campotosto in direzione Castelluccio di Norcia. Queste sono le terre del terremoto, le valli i paesi sono l’emblema della bellezza ferita da quella tragedia.
Il giorno successivo ripartiamo verso Posta alla volta del monte Terminillo, ci godiamo la salita resa famosa dal Campionato Europeo Velocità Montagna che si correva sulla strada che si inerpica fino a Pian de Valli, mentre noi continuiamo fino alla sella di Leonessa, il passo appena sotto la cima del Terminillo. Riscendiamo verso Cascia e ci lanciamo per il ritorno a casa lungo la Val Nerina passando per le cascate delle Marmore, le più alte d’Europa.
Il bilancio dei due giorni è ultra positivo, siamo stati in sella molte ore, ma non abbiamo avvertitominimamente la presenza del Tech-Air®, ha il suo peso è vero, ma a bordo della moto scompare, ci siricorda di averlo addosso solo quando, con la coda dell’occhio, si vedono lampeggiare i led posti sull’avambraccio.
Per quanto riguarda la tuta, invece, la Missile ci è piaciuta, all’inizio molto stretta ma nel giro di pochi km si è adattata perfettamente ed è divenuta un guanto, le ampie aree traforate permetterebbero anche una buona circolazione d’aria se l’airbag non ne impedisse il passaggio.
Riassunto test Mille curve
Lunghezza: 800 km
Dispositivo: Tech-Air® Race
Tuta: Missile Tech-Air®compatible
Guanti: GP Plus
Stivali: smx6
TEST TURISMO “Fuoristrada”
La seconda parte del test vede l’airbag impegnato su un terreno che più vario non si potrebbe, 900 km distribuiti su due weekend da trascorrere a fare ciò che ci piace di più, del gran turismo infuoristrada.
Indossiamo il Tech-Air® Street sotto il completo Yaguara in tessuto e ci dirigiamo verso il mare alternando tratti asfaltati ad ampie sterrate, terreno perfetto per questo abbigliamento.
Attraversiamo il lago di Bolsena, arriviamo fino in Maremma per puntare le ruote verso l’Argentario.
Il Tech-Air® in questi frangenti è inappuntabile, come per la prova stradale anche su questi terreni non intralcia, è come avere un paraschiena e un capo aggiuntivo sotto la giacca. Nulla più!
Il giorno successivo da Orbetello ci dirigiamo verso il monte Amiata per poi ritornare nel viterbese:come il giorno precedente un itinerario metà asfaltato metà sterrato, come previsto negli eventi Discovering della FMI. Una due giorni in cui ci siamo trovati benissimo, ma in cui sentiamo di non aver trovato il limite del Tech-Air®.
Vogliamo spingerci oltre, decidiamo di prolungare la prova con ulteriori altri due giorni di solo fuoristrada più impegnativo di quello appena fatto.
Dopo una settimana mi trovo a verificare una traccia mai percorsa che taglia i confini di Lazio, Toscana e Umbria. Il percorso, come previsto, non è banale e in alcuni punti si rivela davvero impegnativo con una dual sport (nonostante sia monocilindrica), al punto che su qualche mulattiera preferiamo disattivare l’airbag, operazione per altro semplicissima.
Gli ingegneri di Alpinestars stanno ancora sviluppando una versione del Tech-Air® per l’off road che potremmo definire “da tassello”. La casa di Asolo, come qualunque costruttore, infatti, ne sconsiglia l’uso su percorsi con salti o gradini o salite troppo pronunciate onde evitare inneschi involontari, il suo pane d’altro canto è il turismo anche in fuoristrada ma non l’enduro.
Terminata la prova, con alcuni punti di enduro davvero impegnativo, abbiamo capito di aver raggiunto il limite e forse anche di averlo oltrepassato in alcuni casi. Si raccomanda sempre di seguire le indicazioni della casa, ma dalla nostra prova è sembrato chiaro che non è così facile avere degli inneschi involontari, abbiamo affrontato mulattiere sassose, discese e salite da fuoristrada vero e il Tech-Air® non ci ha giocato brutte sorprese, insomma è vero: il turismo in fuoristrada fa assolutamente parte del suo DNA.
L’unica nota riguarda la traspirabilità, è vero che l’abbiamo provato in giornate davvero calde, in situazioni di fuoristrada in cui la gran parte degli utenti non si troverà mai, con velocità basse e impegno fisico intenso, ma in queste situazioni essere avvolti da sacche impermeabili all’aria è risultato poco confortevole. Come detto, però, parliamo di situazioni che riteniamo ben oltre il limite.
Riassunto test Turismo fuoristrada
Lunghezza: 900 km
Dispositivo: Tech-Air® Street
Completo: Yaguara Drystar Tech-Air® Compatible (giacca e pantaloni)
Guanti C30: Drystar
Stivali: PORTLAND GoreTex
CONCLUSIONI
Tirando le somme di questi sei giorni, in cui abbiamo attraversato in largo e lungo l’Italia centrale,possiamo dire che abbiamo un’idea chiara di cosa ci è piaciuto o cosa ci piacerebbe migliorare del Tech-Air®.
Ci è piaciuta la cura realizzativa, il fatto che l’airbag sia interno alla giacca/tuta e che alla guida, sia su strada che in off, non intralci minimamente i movimenti. Abbiamo apprezzato davvero molto il concetto di un airbag che possa essere passato da una giacca a un’altra e utilizzato su qualunque moto: una polivalenza e un’elasticità davvero senza eguali.
Per quanto riguarda la sicurezza, poi, risulta quasi inutile ribadirlo ma l’airbag è anni luce avanti alle altre protezioni, e con il Tech-Air® siamo ai vertici della categoria da questo punto di vista.
Quello che vorremmo migliorare invece, come già detto, è la scarsa traspirabilità che è purtroppo il rovescio della medaglia di un sistema che intrappola l’aria per proteggerci. Ci piacerebbe comunque che Alpinestars ci stupisse risolvendo un problema che comunque è sopportabile in strada e risulta evidente solo in un off road intenso.
Altro punto da rilevare è l’impossibilità di lavarlo poiché non è sfoderabile. Questa, a differenza della soluzione alla traspirabilità, sarebbe una modifica semplice ma molto utile. È vero che ogni due anni è previsto un check della sensoristica e dei sacchi durante il quale la casa igienizza il gilet, ma la possibilità di lavarlo comodamente a casa è una modifica apparentemente a costo zero.
Chiudo con una riflessione sul prezzo che rappresenta una voce importante pur essendo allineato a quello di prodotti equivalenti. Risparmiare su un oggetto che permette un tale salto in avanti nella protezione è un non senso, quanto costa una clavicola rotta (e non ho detto nulla di troppo grave) aun professionista che si allontana dal lavoro un mese? Semmai occorre riflettere sul fatto che, con il Tech-Air®, l’investimento può durare nel tempo anche cambiando tuta o moto, e questo è di sicuro un notevole punto a favore.
SCHEDA TECNICA TECH AIR®
Aree protette: schiena, petto, spalle e reni
Tempi di attivazione (gonfiaggio): 25ms in modalità Street, 45ms in modalità Race
Tempi di rilevamento del pericolo: 30-60ms
Sensoristica: 3 accelerometri e 1 giroscopio
Tipo di gas: argon-elio
Durata batteria: 25 h di guida
Tempi di ricarica: 6 h – 1 h di ricarica offre 4 h di guida
Peso rilevato: Dipende dalla taglia. In media siamo comunque sui 2 kg.
Testo e tester: Dario Lupini
Foto e video: Andrea Braccioni – Dario Lupini