Transitalia Marathon 2019: la quinta non delude!

La Transitalia non è un evento… è L’EVENTO di adventouring del calendario FMI.
Una serie di superlativi potrebbero accompagnarne il nome, il più partecipato (quasi 350 partenti), il più internazionale (ad occhio almeno il 40% dei partenti stranieri), il più fotografato (il team RallyCool capitanato da Alessio Corradini) il più lungo (4 giorni di guida) e così a seguire.
Partecipare vuol dire respirare l‘aria del grande evento: gonfiabili, sponsor ed eventi collaterali a fare da cornice alle sterrate degli appennini. A Mirco Urbinati bisogna riconoscere una grande capacità organizzativa: portare a spasso per l’Italia 350 partecipanti provenienti da tutte le parti del globo (dagli USA alla Norvegia) non è cosa da poco e richiede un elevato tasso di coraggio, preparazione e professionalità, bisogna essere a tutti gli effetti dei professionisti per spostare ogni giorno un circo itinerante alla fine della tappa.
L’aria dell’evento si respira anche scorrendo il parterre dei partenti, sono poche le manifestazioni che permettono di trovarsi nel bosco con piloti come Winkler, Birbes, Gualini, Boano, Zanotti o Paolo Ceci, vederli passare composti e rilassati sulle loro moto, danzare tra le due curve che gli bastano per sparire dalla tua vista.
Oltre alle capacità organizzative, va reso merito a Mirco di essere un grande commerciale, attento all’immagine della sua creatura ed ai suoi partecipanti che devono tornare a casa necessariamente con il sorriso.
Ne è esempio l’ultima tappa da Bolsena a Castiglion Fiorentino in un’area mai toccata nelle edizioni precedenti.  Non credo che l’organizzazione sia voluta scendere dagli appennini umbri per mancanza di alternative quanto più per regalare ai tanti stranieri presenti, la quint’essenza dell’italianità: abbiamo attraversato la Val d’Orcia, toccato il Chianti e le sue colline cretose e mentre attraversavamo le splendide vigne della cantina Frescobaldi, passando incredulo tra i filari di Montalcino mi chiedevo con che cartoline nella testa tornassero a casa i tanti tedeschi presenti, Mirco stava regalando loro un’esperienza unica, il sogno di molti stranieri.
Abbiamo percorso La Transitalia insieme a due amici conosciuti alla Gibraltar Race di quest’anno, Emanuele Baiardi e Luca Alessandrini che ci hanno voluto raccontare la loro esperienza.

EMANUELE BAIARDI:
“La Transitalia Marathon è una manifestazione definita Adventuring. L’organizzazione accurata, attenta e minuziosa ti fa respirare l’aria del Rally.
Il dispiegamento di forze continua a colpirmi: mezzi più o meno spartani o imponenti, ma decisamente coordinati per il miglior funzionamento (o, ahinoi, recupero!) dell’evento.
Dopo quattro partecipazioni, una cosa che apprezzo puntualmente è il non doversi “affannare” per la classifica: nessun patema d’animo, perché la Transitalia va vissuta “a sentimento”, senza dover correre o dimostrare nulla a nessuno.
In queste edizioni, che mi hanno lasciato tutte un gran bel segno addosso, sono tuttavia cambiate alcune emozioni. Ognuna l’ho vissuta in modo differente.
La prima, nel 2015: mitica. Sicuramente ho dovuto prendere un po’ le misure, con tutto. Anche con il meteo (tre giorni di pioggia no-stop sono impegnativi e stressanti) e con la navigazione ero abbastanza inesperto e viaggiare in solitaria mi ha davvero imposto di stare sul pezzo e cercare di orientarmi, alla meno peggio.
2016: subito dopo, ho bissato. Potrei riassumerla così: un’apoteosi di off-road, di puro divertimento e soddisfazione!
La replica del 2017: forse troppo “paesaggistica”. Molto scorrevole, quasi troppo…
Ed infine, dopo un anno sabbatico, l’ultima!
Questa del 2019 mi ha visto partecipare in una coppia di fatto con Luca. Coppia del tutto occasionale, ma che ha funzionato sicuramente bene! Ci conoscevamo già, e questa Transitalia è stata l’occasione ideale per condividere un po’ di strada.
Il suo Domi (Dominator) e la mia K (KTM) hanno trovato un ritmo e una sintonia alla guida a dir poco “navigati”. Il tracciato disegnato dall’organizzazione, a parer mio, quest’anno si è rivelato il giusto mix tra viaggio, navigazione e tecnica.
Un’esperienza che va oltre la guida come quando io e Luca stavamo scorrazzando beati, rapiti dal paesaggio e ci siamo imbattuti in un piccolo borgo di tre case disperse nel questo bosco umbro. Immaginatevi ora un nonno paffuto, probabilmente un contadino o un fattore, che ci ha visti arrivare tra il frastuono – inevitabile – degli scarichi e l’abbigliamento spaziale.
Il suo sguardo eloquente parlava da solo, non ci voleva molto a cogliere il fastidio che gli sti stava dando, in quel giorno di quiete.
È bastato però aprire la visiera e, con cortesia, dirgli “buongiorno” e le sue rughe si sono aperte in un sorriso bello e spontaneo, quasi felice di aver portato comunque una novità in quella routine silenziosa, di quei luoghi magici che ancora resistono in questa nostra Italia.
In questa edizione posso dire di portarmi a casa tanti bei paesaggi e luoghi negli occhi; la mia soddisfazione nella mente e le amicizie nate o consolidate nel cuore.
 Anche questo è Transitalia!”

LUCA ALESSANDRINI:
“È sempre un piacere vedere vecchi amici con i quali si condivide la passione per la moto e, in particolare, per l’off-road.
È sempre un piacere vedere una parata di moto tirate a festa, sia moderne che più o meno datate ed è sempre un piacere vedere tanti appassionati e curiosi in genere che si aggirano attorno a questi gioiellini.
Questa volta l’occasione è stata la quinta edizione della Transitalia Marathon dell’epoca per così dire moderna (prima era un evento competitivo di moto con roadbook n.d.r.), ma la prima per me.
“Dispersi” per cinque regioni del centro Italia (Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio) lungo percorsi con circa l’80% del percorso in off-road, i 350 partecipanti si sono inebriati di paesaggi mozzafiato e piacere di guida.
Devo rendere merito al Moto Club “Strade Bianche in Moto” di aver allestito un percorso davvero intrigante, condendo il tutto con una organizzazione impeccabile dalla capillare presenza di personale volontario lungo il percorso per segnalare i tratti più impegnativi alla componente logistica.
Quattro giorni davvero emozionanti con tappe a Sansepolcro, Nocera Umbra, Bolsena e Castiglion Fiorentino; tappe della lunghezza variabile tra i 210 e i 290 km che, senza l’assillo del cronometro, ti permettevano di arrivare a fine percorso lasciando anche del tempo per visitare i bellissimi borghi che ospitavano il paddock. Si può scegliere se navigare usando il classico roadbook oppure più semplicemente seguendo una traccia GPS.
Il secondo giorno ho condiviso le emozioni del percorso con l’amico Emanuele, trovandoci in perfetta sintonia sia come passo sia come necessità di sosta: non ci siamo fatti mancare nulla per il pranzo… forse in un’occasione anche oltre il necessario, ma quando ti trovi nelle colline toscane nei pressi di Pienza non puoi esimerti! Salumi, formaggi, crostini, Sangiovese come se non ci fosse un domani!
Emozionante più di tutto il resto la serata finale, che non a caso ha avuto luogo nel paese natale di Fabrizio Meoni – presente la sua moto sotto lo stemma della fondazione omonima – come digestivo ci è stato offerto il rombo del bicilindrico acceso dal figlio Gioele. Brividi.
Insomma: bravo Mirco Urbinati, bravi tutti quelli del Moto Club “Strade Bianche in Moto”.
Io, ci torno!”

Oltre all’organizzazione e la libertà dal cronometro, che anche Luca ed Emanuele hanno apprezzato, è giusto parlare anche dei percorsi che sono sempre il fulcro della manifestazione.
Gli sterrati del centro Italia hanno sempre un fascino spettacolare, abbiamo percorso stradoni ampi, mai difficili, pensati per tutti anche in sella a moto pesanti.
Certo, i piloti più smaliziati, quelli più votati al fuoristrada, forse avrebbero preferito che i tracciati osassero qualcosa di più specie nell’ultima giornata, ma al Transitalia si viene per godere dei paesaggi, per fare un’uscita in off con le vaccone senza timore di far danni e per vivere un contesto multiculturale senza eguali ed in questo il Transitalia Marathon è una garanzia.
Ciao Mirco, è stato un piacere, alla prossima!

Testo: Dario Lupini – Emanuele Baiardi – Luca Alessandrini
Foto e video: Dario Lupini – Pietro Bartolomei – MBfotopress

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