Poco da fare… il modo negli ultimi quindici anni ha girato la manopola del gas e cambiato volto creando personaggi e mestieri nuovi che, probabilmente, perderei solo tempo a spiegarli a mio padre, con l’unico risultato che potrei ottenere sarebbe uno scappellotto sulla testa e un ammonimento del tipo“: ma vai, pensa a lavorare va’…”
Eppure la realtà dei fatti è che YouTuber e influencer sono ormai attività e mestieri consolidati, grazie ai social che hanno concesso una visibilità incredibile anche a coloro che non hanno necessariamente vinto un campionato del mondo ma che, come Simone, condividono sensazioni ed esperienze con i propri follower, animando vere e proprie comunità.
Simone è il fondatore di “Sterrare È Umano”, una pagina Instagram – con oltre 35mila follower – che lo ritrae sempre in sella alla sua Africa Twin, perso nei suoi incredibili scorci abruzzesi.
Lo abbiamo conosciuto durante il Queen Trophy (il racconto qui) durante il quale ci ha invitati al suo Abruzzo off road Tour e, siccome chi scrive è innamorato di quella regione, non se lo è fatto ripetere due volte, puntando il gas in direzione Bussi sul Tirino, punto di appoggio dei suoi tour.
L’Abruzzo
Non mi stancherò mai di girare in moto in questa regione; che sia su strada o in off rimane magnetica, solitaria e incredibilmente affascinante.
Un fascino fatto di mare e montagne, canyon e bastioni ricavati sulle cime, una roccia calcarea bianca che si ripropone ovunque – dalle case nei paesi agli altipiani poetici – di questo spaccato d’Italia lungo il quale credo di aver percorso la gran parte delle strade più belle su cui le mie ruote abbiano girato.
L’Abruzzo off-road tour
Sono una trentina i partecipanti a questo week-end che non si preannuncia esattamente caldo, almeno metereologicamente.
Molti di loro provengono dal centro Italia, ma alcuni ci hanno raggiunti anche da paesi più lontani, come lo svizzero a cavallo della sua BMW 800, il quale si è “sparato” il trasferimento per godersi due giorni di moto: giù il cappello signori!
Il primo giorno da Bussi sul Tirino si taglia verso ovest, fino a solleticare i piedi del massiccio del Velino arrivando a Pagliare di Tione, passando per tracce e rotte che già avevo percorso in altre occasioni, ma con collegamenti che solo un “local” può conoscere o gestire.
Pagliare di Tione è uno spettacolo! Un borgo completamente disabitato (credo), tuttavia curatissimo con case ristrutturate e l’erba tagliata come in un prato domestico.
Almeno per come appare agli occhi moderni. Simone interviene spiegandoci che, in realtà, in passato fosse uno degli avamposti della transumanza o dei pascoli di queste aree rurali.
In mezzo a queste case, e alla chiesa che non manca mai, la vista è rapita dall’incredibile pozzo romano a cielo aperto tutto in pietra che, con i suoi dieci metri di diametro, ruba la scena a ogni cosa in quello che potrebbe essere benissimo un set cinematografico perfetto.Il ritorno all’agriturismo è molto scorrevole, eccezion fatta per una lunga discesa percorsa solo dai più ardimentosi che ricalca le tracce di una vecchia prova speciale dell’italiano motorally di qualche decina di anni fa.
Il secondo giorno si cambia completamente zona spostandosi più a nord con un itinerario più scorrevole e “asfaltoso” che ci ha condotti presso alcuni degli scorci più iconici e conosciuti di questa regione.
Passando da Brittoli e Farindola saliamo in quota con una semplice sterrata che taglia una incredibile faggeta fino a d uscire a Castel del Monte e, da qui, a Campo Imperatore.
Campo imperatore: per i pochi pagani che non lo conoscono, è il Tibet d’Europa. Un altopiano brullo e dolinoso lungo undici chilometri abbracciato dalle montagne più alte d’Abruzzo e degli appennini.
In questa cornice ci gustiamo un pranzo a 2000metri fatto di arrosticini di pecora buonissimi consumati, come da tradizione, al Ristoro Mucciante.
A pancia piena il gruppo prosegue verso Santo Stefano di Sessanio fino alla degna chiusura del tour: il castello più affascinante d’Abruzzo, avanti a noi Rocca Calascio!
Già set cinematografico molto apprezzato, il castello svetta in cima al monte su cui è adagiato con le sue torri, come degna conclusione di due giorni di moto tra amici.
Bussi sul Tirino è lì in fondo… la vediamo piccolissima a valle ai nostri piedi a dirci che siamo vicini alla fine di questa esperienza, vicini a farci venire la voglia di ripartire.
Testo e foto: Dario Lupini